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La Psicologia e il lavoro

La Psicologia e il lavoro

Appunti e riflessioni

Franco Visinoni ha compiuto 82 anni da poco. L'ho conosciuto nei primi anni '80. Nell'ambito della psicologia del lavoro.

Franco fonda e guida un'impresa nella provincia di Bergamo a partire dagli anni '70, oggi leader a livello mondiale nella realizzazione di soluzioni tecnologiche nel campo della diagnostica di laboratorio: la Milestone srl che oggi dà lavoro a 118 dipendenti, uomini e donne di differenti professionalità.  Franco, è un imprenditore illuminato e ben sa che accanto alle logiche del mercato e del fatturato, l'ingranaggio primo è quello del cuore. Rivolgersi ad una professionista della cura, metterla a disposizione dei lavoratori, per lui ha significato estendere le pareti del reparto alla vita - affinché potesse sempre evolvere senza sentirsi meramente un pezzo anonimo del sistema.

Ma partiamo dall'inizio. Per comprendere perché la psicologia del lavoro mi ha appassionata, avendo essa un ruolo fondante nella società odierna.

Incontrai la branca della psicologia del lavoro nel migliore dei modi. Frequentando, agli albori degli anni '80, la ricerca del professor Enzo Spaltro punto di riferimento per la stessa. Oltre l'Università di Bologna, capitava che  insieme agli assistenti riunisse giovani amici, allievi e allieve nella sua casa di campagna o del centro cittadino, dimore che divennero negli anni luoghi di convivialità, vivo confronto e autentica sperimentazione sia di pensiero sia di azione: dai giochi psicologici (1) alle dinamiche di gruppo del lavoro e delle realtà organizzative. 

Quando alcuni anni dopo, avviata la libera professione, incontrai degli imprenditori della realtà bergamasca fu proprio questo background ad alimentare il fuoco già acceso fino a ravvivare in me una vera e propria esigenza di ricerca e applicazioni nelle realtà professionali che mi si stavano presentando.

Il territorio bergamasco dal dopoguerra in poi aveva generato una fitta rete di aziende familiari dove mariti e mogli, fratelli e sorelle avevano cominciato con passione a fare impresa.

Nelle realtà produttive e commerciali le difficoltà relazionali possono riguardare il rapporto con i soci mentre, dove i soci sono altresì componenti della medesima famiglia i contrasti possono collimare e colludere con la sfera interpersonale privata.

E' noto che i fantasmi temuti ed irrisolti nell'ambito della storia comune della famiglia-azienda possono produrre un eco costante e labile di generazione in generazione, quando non affrontati nel profondo.  

E' così che inconsapevoli dinamiche relazionali controproducenti possono sottrarre energie alla gestione del quotidiano. I problemi nascono da situazioni impreviste, come da conflitti di lungo periodo. Infatti capita che la gestione del personale s'apra  a delle bolle d'aria pericolose. Assolvere il proprio ruolo nel tempo, e mantenerlo tale nonostante le controversie della vita – richiede idealmente un lavoro su se stessi. Ahimè non sempre possibile, fintanto che la nostra società più collaudata non se ne prenderà carico, comprendendone veramente l'estremo valore.

Negli anni a seguire, la logica della formazione permanente mi indusse a  frequentare un master con il Prof. Duccio De Torre così gli scambi che ne derivarono con colleghi provenienti da contesti non solo sanitari ma anche organizzativi e gestionali mi accrebbero ulteriormente.

Così pure avvenne con l'approccio sistemico della Scuola di Via Leopardi con il Dott. Cecchin, che a me permise un ulteriore allargamento della visione d'insieme. Se possiamo asserire che in azienda, al di là dei sistemi organizzativi e di produzione, la persona assume un ruolo centrale, allora ne possono conseguire alcune osservazioni rilevanti: possiamo ad esempio sostenere che per ciascun individuo presente in azienda vi possono essere  preoccupazioni, conflitti, lutti personali e familiari che si muovono dal dentro al fuori, dentro i gruppi e sottogruppi di lavoro. Anche di muoversi  in senso inverso, dal contesto lavorativo al mondo interiore soggettivo dei singoli individui. In effetti vi sono alcuni studi che insistono sulla permeabilità dei confini e quindi sulla reciproca influenza tra campi energetici ed emozionali, i quali si muovono e si influenzano circolarmente. 

Il Professor Spaltro fino alla fine, sopraggiunta recentemente all'età di 92 anni,  ancora lucido,  straordinariamente prolifico e attivo, sostenne in varie occasioni che insegnando si impara, e che  dobbiamo avere presente che c'è sempre  l'altra faccia della luna. Quella visibile a tutti infatti, è soltanto una parte, e come insegnanti e ricercatori, qualsiasi sia il nostro contesto di applicazione, non possiamo bonariamente limitarci ad essa. Utopia? No, con alcune realtà aziendali ho potuto sperimentare io stessa queste profonde verità.

Eccoci tornare alla storia esemplare e specifica di Franco Visinoni oltre che imprenditore, titolare di un incredibile numero di brevetti inerenti il suo specifico campo d'azione.

Nel corso dei decenni sono stata spesso loro consulente per le dinamiche di reparto. In occasione di specifiche necessità di cambiamento, ho anche avuto modo di accogliere alcuni collaboratori o responsabili di gruppi interni all'azienda, per affrontare con più strumenti, evidenti difficoltà nelle relazione di gruppo. Potevano essere preoccupazioni personali dei singoli dipendenti, che a volte rischiavano di ricadere sulla vita di reparto e a cascata sui contesti confinanti. Altre volte si trattava di dinamiche che richiedevano una lettura più ampia e creativa, al fine di liberare risorse ed energie altrimenti destinate a creare tensioni ricorsive.

Alla Milestone srl, la spirale della crescita umana positiva ha potuto accadere e storicizzarsi. Per volontà e generosità di Franco inclusa la sua visione di uomo che sa accogliere i sogni e un po' alla volta realizzarli.  Un particolare interessante: all'interno della Milestone srl, sino ad ora non si sono cercati dirigenti all'esterno. È la vita aziendale stessa che ha fatto crescere ed evolvere le persone, alimentando una filosofia di vita che nutre fiducia, progresso e socialità. L'avventura continua: di recente numerose eccellenti collaboratrici di Franco, si sono trovate tutte insieme ad aspettare un figlio, spesso il terzo o anche il quarto. Per questo lui sta immaginando la possibilità di organizzare un nido od un'asilo aziendale. Chissà? Si vedrà. Forse anche questo sogno un po' alla volta potrà trovare corpo.

Qui, parlando di psicologia del lavoro e innovazione nel mondo dell'azienda non posso esimermi dal fare un riferimento ad Adriano Olivetti. La sua opera ci offre una grande testimonianza attiva su come rendere umana, filosoficamente fertile e generativa l'azienda.

Luciano Galliano, scrive queste parole in una breve pubblicazione dedicata ai discorsi e alle testimonianze di Adriano Olivetti (2): “...l'ingegnere parla di comune partecipazione alla vita della fabbrica, di finalità materiali e morali del lavorato, di impresa che crede nell'uomo e nelle sue possibilità di elevazione e di riscatto.”

Ma così dicendo, continua  Galliano,   “...non vuol sembrare un imprenditore amico che parla agli amici operai; non finge siano superate le contese tra capitale e lavoro; non si atteggia a imprenditore che vuol dare a intendere ai dipendenti che lui e loro sono nella stessa barca. Parla in modo spiccio e diretto come un dirigente cosciente delle proprie responsabilità e determinato a farvi fronte.”

Sognava un'impresa di tipo nuovo che pur a distanza di svariati decenni fa fatica a prendere piede. Ma ciò non deve farci desistere. “Attendeva che i tempi fossero più favorevoli,. Intanto si adoperava per dare vita a un'impresa dove il lavoro, la cultura, la scienza, infine “gli ideali di giustizia” fossero elementi operanti ogni giorno nella vita di ciascun lavoratore.”

Tutti questi uomini con cui ho lavorato oppure studiato, o che comunque ho immaginato come anticipatori, sono stati una preziosa fonte di ispirazione per me stessa e per il mio modo di fare azienda anche in quel mio piccolo mondo lavorativo che è il Centro Psicologia e Cambiamento di Bergamo creato ormai quasi 30 fa.

Ciascuno di questi uomini aveva le sue proprie peculiarità ed è stato animato da un impegno personale instancabile nel corso di tutta la vita. Tutti loro consideravano il lavoro, inteso nel modo opportuno, come una fonte inesauribile di vita ed evoluzione per se stessi e coloro con cui avevano avuto modo di relazionarsi e co-creare. Sento una simile vocazione esistenziale e auguro  a me stessa che questo modo di sentire possa durare ancora molto a lungo nel tempo. 

 

Pasqua Teora

Note

  1. (Giochi Psicogici - Enzo Spaltro, Ugo righi, Celuc Libri 1980)
  2. (Adriano Olivetti – Ai Lavoratori – Edizioni di Comunità - 2016) (Adriano Olivetti – Ai Lavoratori – Edizioni di Comunità – 2016)(*)
  3. Pluralità. Psicologia dei piccoli gruppi – Enzo Spaltro – 1993 - Patron
Poetry Therapy

Poetry Therapy

Il libro “La Finestra sul Confine” fu completato nel 2008 dopo alcuni anni di faticosa gestazione. Già a partire dal 2000, infatti, cominciai a raccogliere un materiale poetico che dentro di me dialogava con un'altra dimensione-voce interiore.

Sogno quindi esisto

Sogno quindi esisto

Il sogno è per definizione polisemico, e l’interpretazione che la psicologia può darne non è mai definitiva. Il sogno non è soltanto materia della psicologia clinica, il sogno porta con sé elementi della contemporaneità e può rivelarsi annuncio di grandi cambiamenti per la vita del sognatore o per particolari transiti collettivi.

Sogno quindi esisto. Quando sappiamo accogliere il sogno e dialogare con esso, per l’Io razionale sembra possibile trasformarsi, accogliendo i contributi dell’inconscio, dell’immaginazione e del simbolico. Come dicono alcuni miei colleghi, il pensiero egoico si fa ammorbidire dall’anima e dal sogno.

Ci troviamo cosí al polo opposto del cogito ergo sum di cartesiana memoria. Questa famosa formula filosofica rimase per secoli un avvertimento a uomini e donne, affinché l’anima non prendesse il sopravvento sulla razionalità.

La ricerca psicologica e la pratica clinica suggeriscono che una gran parte della sofferenza umana si origina dalla scissione fra inconscio e immaginazione da un lato, e pensiero razionale dall’altro. Serve dunque realizzare un’integrazione tra immaginario e realtà esperienziale, tra simbolico e necessità contingenti. La psicologia clinica suggerisce la frequentazione del materiale onirico nella vita da svegli, nonché la pratica dell’arte, la coltivazione della creatività e di quelle relazioni autentiche capaci di generare esperienza di intimità.

Sintetizzando il razionale con il simbolico e l’esperienziale con l’immaginifico, il sogno può anche avere una funzione anticipativa e dunque informativa. In alcuni casi rende perfino possibili esperienze di preveggenza e sincronicità.

In psicoterapia il sogno può essere accolto come messaggero portatore di soluzioni. Il sogno può aiutarci a svelare le strutture comportamentali disfunzionali e ripetitive da affrontare con l’aiuto del terapeuta; integrando le parti negate ed elevandosi dal banale e ripetitivo quotidiano. Gli psicoterapeuti più esperti sapranno muoversi come registi o scenografi. Dialogheranno col paziente e con le trame del sogno trasformandone la materia in struttura teatrale e narrativa, capace di produrre insight e ristrutturazioni di importanza vitale.

L’interpretazione che scaturisce da questo processo non sarà identificabile come giusta o sbagliata. Il suo contenuto sarà piuttosto organicamente collocato nell’ambito della relazione dialogata tra sognatore ed analista. L’ipotesi interpretativa può essere formulata dal sognatore stesso, oppure può essere sollecitata dall’analista con opportune interrogazioni, quali: Cosa la colpisce di più/di meno del sogno? Cosa le fa venire in mente/che parti di lei rappresentano i personaggi che vi compaiono? Le somigliano in ciò che essi fanno e come lo fanno, o sono particolarmente dissimili dall’esperienza che lei vive nella sua vita da sveglio? Cosa collega questo a quello? Inventi altri due/tre/cinque/sette sviluppi del sogno a soluzione completamente positiva per lei. Cosa ha imparato? Cosa ha scoperto?

A volte mi è capitato di bussare con le mie nocche sul tavolo e di porre domande come: Il suo inconscio ha bussato per comunicarle qualcosa di molto importanti in questo momento della sua vita? Cosa potrebbe essere? Cos’altro quel personaggio avrebbe potuto, voluto o dovuto dire? Chi guarda chi e per intendere cosa?

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