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Come superare il lutto

Con questo articolo, il Centro psicologia e Cambiamento di Bergamo, inaugura ed avvia una collaborazione di ricerca fra la dott.ssa Pasqua Teora e la psicologa Gaia Villa.

Affinché lo studio possa incontrare la visione, e viceversa, ricordare sempre che la conoscenza prevede l'analisi quanto “il creativo”.

Come superare il lutto

Il lutto è uno stato psicologico e fisico che segue la perdita di una persona significativa che ha fatto parte della propria vita. La perdita di una persona a cui si è voluto bene può essere difficile da superare e il lutto assume così caratteristiche patologiche. Poiché l’esperienza della perdita è vissuta diversamente da persona a persona, diventa complicato stabilire quali siano le reazioni che possono insorgere ed individuare i tempi di elaborazione della perdita. Potrebbero interessare molti mesi come anni.

In questo articolo approfondiremo meglio cos’è, come affrontare e come superare il lutto.

In cosa consiste l'esperienza del lutto?

Affrontare la perdita di qualcuno che ami è una delle più grandi sfide della vita e spesso il dolore è travolgente tanto da far sperimentare l'intera gamma delle emozioni: dallo shock all’incredulità, dal senso di colpa alla rabbia, dalla più profonda tristezza al senso di impotenza. Il lutto può inoltre intaccare la salute fisica, causando problemi di sonno, alimentari o un senso di stanchezza cronica.

Le reazioni di fronte ad un lutto sono diverse e possono essere vissute in modi completamente differenti da persona a persona.

Un lutto infatti può portare a sperimentare :

Emozioni come tristezza, rabbia, senso di colpa, ansia. La tristezza si può esprimere in alcuni attraverso il pianto, in altri con la chiusura in se stessi. Può essere molto forte il senso di colpa. Determinato dll'impossibilità di prevenire od immaginare la perdita. Le persone in lutto possono altresì provare la solitudine, lo shock (in caso di perdita improvvisa), il sollievo (se la persona amata stava soffrendo da tempo) finanche non provare nessuna emozione. Come a trovarsi coinvolti in uno stato di congelamento. Svuotamento.

Sensazioni legate al dolore fisico; come male al torace, difficoltà nell'atto respiratorio, debolezza, mal di stomaco, mal di testa ed in alcuni casi la febbre (difatti alcuni componenti rilasciati dall’organismo quando si è particolarmente tristi possono compromettere il funzionamento del sistema immunitario).

Comportamenti o problemi di carattere più generale; come difficoltà legate al sonno (problemi ad addormentarsi, risvegli, insonnia, incubi, stanchezza), legate all’alimentazione (spesso le persone in lutto non mangiano per periodi lunghi), distrazione/fatica a concentrarsi in diverse attività, tendenza ad isolarsi e a rinchiudersi in se stessi, o al contrario, come meccanismo di difesa, iperattività e ricerca di impiegare ogni minuto del proprio tempo.

Le fasi di elaborazione del lutto

Nel 1969 una psichiatra svizzera, Elizabeth Kübler Ross definì il lutto come un processo suddivisibile in 5 fasi principali, chiamate comunemente “fasi di elaborazione del lutto”: queste rappresentano un cammino step by step che ogni persona si trova ad affrontare dopo la perdita di una persona cara per superare un lutto. L’intensità e la durata di ognuna delle fasi è diversa da persona a persona e non sempre il processo si presenta così lineare e definito. Sebbene queste fasi tendano a seguire l'iter qui descritto, può verificarsi si invertano o sovrappongano. Addirittura l'intervallo e la successione delle le fasi, può essere incostante. Il percorso come dicevamo è appunto singolo e differente da persona a persona.

1) Negazione: Quando affrontiamo una perdita che ci causa molto dolore, in primo luogo la nostra mente prova a difenderci negando la sofferenza che l’ha generata; avviene quindi che non riusciamo ad accettare quanto accaduto a causa dello stato di shock dovuto alla perdita.

2) Rabbia: Quando cominciamo a renderci conto di quello che è successo, spesso iniziamo a provare un’intensa e pervasiva rabbia con noi stessi (perché sentiamo di non aver fatto abbastanza); con la persona che ci ha lasciato nonché con chi riteniamo colpevole della perdita subita. Ci chiediamo cosa abbiamo fatto di male per meritarci quello che è capitato. La frustrazione è un altro sentimento molto comune in questa fase. Tuttavia, in qualche modo la fase della rabbia ci permette di uscire dallo stato di apatia generato dalla prima fase.

3) Patteggiamento o contrattazione: ad un certo punto dopo il lutto, iniziamo a sentire il bisogno di mediare con la nostra sofferenza, per sopravvivere. In questo momento cerchiamo di riprendere il controllo della nostra vita, tornando a una sorta di normalità o provando a ricostruirne una. Questa fase rappresenta il primo segnale di ripresa. Alla persona in lutto può sembrare il dolore sia finito. Tuttavia, il dolore è ancora forte (anche se a tratti nascosto a noi stessi e al mondo esterno) e il lutto non è realmente stato superato: in questa fase potrebbero infatti esserci numerosi “alti e bassi”.

4) Depressione: i continui alti e bassi della fase precedente, ad un certo punto ci fanno cadere in uno stato precario di continua tristezza. Iniziamo quindi ad essere più consapevoli della nostra perdita. Il dolore potrebbe manifestarsi, a questo punto, nelle sue accezioni fisiche precedentemente menzionate.

5) Accettazione: lentamente si arriva alla fine del processo di elaborazione del lutto e all’ultima fase, quella dell’accettazione della perdita. È grazie a questa fase che le persone trovano in se stesse e negli altri la forza di reagire e provare a riprendere in mano la propria vita, il proprio lavoro, le proprie relazioni. Aver raggiunto la fase di accettazione tuttavia non significa smettere di pensare o soffrire per la persona cara, ma provare piuttosto a dare un senso a quella perdita, cercando di voltare pagina e costruire nuovi interessi per riempire il vuoto lasciato dalla persona cara. Giungere e concludere la fase di accettazione è l’unico modo per superare il lutto.

Quanto dura tutto questo processo? Dipende. Non esiste un tempo “giusto” per superare un lutto, in quanto diversi fattori (legati ad età, maturazione, personalità, forza del legame, valori, rete familiare e amicale) possono influenzare questo processo di elaborazione.

È necessario ricordare che velocizzare il processo di elaborazione del lutto non è raccomandabile: più ci si costringe a stare meglio velocemente, più si evita la sofferenza, più questa torna a farsi sentire. Riuscendo invece a viversi il processo con il tempo necessario, le emozioni difficili diminuiranno così da poter tornare pian piano alla propria vita quotidiana. È importante ricordare che con il tempo ci si sentirà meglio; ciò non significa che l’accaduto o la persona cara verranno dimenticate o che non avranno più un impatto su di sé, ma che è possibile superare un lutto ritrovando il piacere della vita e la gratitudine per il profondo legame vissuto insieme.

Quando il tempo di elaborazione del lutto diventa troppo e può trasformarsi in patologia?

Quando il dolore della perdita è talmente costante ed intenso da impedire alla persona di riprendere la propria vita, questa potrebbe soffrire di una condizione nota come lutto complicato o patologico. Un numero crescente di ricerche ha evidenziato come, in circa il 7-11% di persone, l’elaborazione del lutto non evolva verso la risoluzione, che solitamente avviene circa nell’arco temporale di 6-12 mesi dalla perdita, ma perduri in maniera lineare con le stesse manifestazioni della fase acuta (i primi mesi dopo la morte della persona cara) amplificati e invalidanti anche per anni. È come rimanere bloccati in uno stato di lutto per un periodo molto lungo, cosa che può portare ad uno stato depressivo cronico. Se ti ritrovi a vivere i sintomi del lutto complicato chiedi aiuto ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta. Se non trattata, questa forma non permetterà di superare un lutto ma anzi può sfociare in una depressione maggiore, causare problemi di salute seri o persino portare al suicidio.

Come superare il lutto?

L’unico modo per superare un lutto è accettare il periodo e il dolore che si sta vivendo e provare a reagire. Il tempo è una variabile fondamentale, perché il dolore non scomparirà da un momento all’altro, ma si affievolirà lentamente nel corso della vita. Esprimere le proprie emozioni e condividerle può essere utile, così come non giudicarsi per quello che si prova o per come si sta. Un altro aiuto importante ci è dato dalle persone che ci sono vicine, che possono supportarci ed aiutarci ad affrontare il difficile periodo che il lutto porta. Un ulteriore possibilità per convivere ed accettare il vuoto lasciato, è provare a tenere vivo il ricordo. In questo momento delicato della propria vita inoltre, diventa importante prendersi cura della propria salute (con alimentazione e attività) e non cercare rimedi per affievolire il dolore. Vivere il dolore durante le fasi imprescindibili e necessarie garantisce al dolore di non ripresentarsi in una forma patologica.

Se senti di non farcela a superare il lutto, rivolgiti ad un professionista della salute mentale. La psicoterapia può essere un valido strumento in un periodo come quello della perdita di una persona cara. Con l’aiuto del terapeuta ci si può permettere di vivere tutte le intense emozioni che seguono l’evento, ricostruire nuovi schemi e abitudini e ritornare a vivere riscoprendo una nuova relazione con chi non c’è più.

Se ti ritrovi nei sintomi del lutto complicato, la cosa migliore che puoi fare è cercare il supporto di un professionista competente che possa aiutarti a riprendere in mano la tua vita.

Speriamo con questo articolo di avervi chiarito meglio come affrontare, elaborare e superare un lutto. Se volete leggere un altro articolo sul tema e l‘approccio di una terapeuta leggete l’articolo Annotazioni sul lutto. Se avete bisogno di una consulenza per un lutto o un lutto complicato, non esitate a contattarci su Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

Gaia Villa & Pasqua Teora

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