POETRY TERAPHY

“Grazie alla ‘mediazione’ di questo linguaggio indiretto, ma significativamente innestato nella sua esperienza, il paziente si poteva sentire letto e compreso. Soprattutto, si poteva sentire detto, trasdotto in linguaggio intimamente fedele al suo sentire.

Nell’intraprendere questa nuova strada mi sentivo forte delle testimonianze dirette e indirette degli psicanalisti che mi avevano preceduta. Trovavo suggestioni ed autorizzazioni anche nei padri fondatori sopratutto Jung e diversamente Freud, oltre che in illustri successori quali Hillman, Meltzer, Umberto Galimberti, etc.

 

Perché l’atto creativo e poetico possa aver luogo, la narrazione messa in scena dal paziente deve risuonare nella mia interiorità in un processo appunto trasduttivo, che implica un corpo che sente, un’anima che vibra e una mente rarefatta che accoglie. Se questi sensori si muovono all'unisono, vi saranno anche maggiori probabilità di successo nell'avvalersi di modelli, teorie e nominazioni psicodiagnostiche per comprendere nella sua specifica complessità l'altro da me. Quando possibile è un approccio che ci consente di co-creare con il paziente nuove vie d’uscita e interpretazioni, nonché ristrutturazioni di senso, di cornice, di contesto. Ed è  così che a volte, dal crogiolo ogni volta irripetibile, possono crearsi poesia e trasduzione terapeutica.”

Tratto dall'articolo Poetry Therapy di Pasqua Teora

 

Poesie tratte da “DA COME GIUNCO”

Non avendo niente

pag. 21

Non avendo niente senza te

sono andata in cerca di tutto

– allora se avessi avuto te

non sarei andata in cerca di niente?

Meglio sino ad oggi non averti avuto

amore – così da rimanere inquieta

nella vertigine di questa

prima o seconda esistenza

in affannosa ricerca di stelle

e qualcosa di inabissato in me che

– giacché vuota di tutto, mi rimase,

niente di meno, solo sogno e mistero.

Dea

pag. 58

Eppure, come abiti me,

nel corpo e nella mente – chissà

quante altre fanciulle e donne –

di secolo in millennio – ti stanno trasportando.

 

Siamo noi la barca sacra che ti porterà

al fiume azzurro? Per te

– tabernacoli viventi, zattere,

pronte a salpare, a schiudersi –

per onorarti e testimoniarti.

 

Ma siamo in attesa che il tempo giunga - arriverà o non arriverà domani?

Me lo chiedo

pag. 49

Me lo chiedo:

che cosa sono venuta a fare in questo mondo

con questo corpo

che manda segnali in codice,

questo corpo che duole e gioisce,

che si sparge e si espande

oltre i confini, poi rientra e decresce,

cambia e poi muore?

 

È sempre questo corpo

che si fa mente e si fa spirito,

a tratti divino se sa sintonizzarsi

al ritmo del mare, del respiro del mondo

che mi porto dentro.

 

Non c’è farmaco che lenisca il male

senza chiedere dazio.

Il limite

pag. 63

Accettare il limiti per allargare il campo

per andare più a fondo e poi far ritorno.

Il limite che esiste va onorato:

sacrificio con qualcosa di sacro?

Allora è amore per l’amore

– una specie di eternità.

Poesie tratte da “POESIE BREVI”

Buio

pag. 42

Son protetta dal cielo

e da terra scortata

son sollevata dai vincoli

dai fossi spostata

cammino lenta

tra braccia d'altri

veloce – nonostante -

altre volte è volo.

Son protetta

pag. 51

Son protetta dal cielo

e da terra scortata

son sollevata dai vincoli

dai fossi spostata

cammino lenta

tra braccia d'altri

veloce – nonostante -

altre volte è volo.

Pareva morto di freddo

pag. 48

Pareva morto di freddo

il ramo di pesco,

vivo, solo per amore di sole.

Corriamo

pag. 59

Corriamo, corriamo

la febbre sale e tutti deliriamo.

valevamo migliorarlo il mondo

ma per resistere al cambiamento

il mondo da sé s'è fatto nero

s'è fatto ancora peggio.

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